Quando si inizia a studiare teoria musicale, è normale sentirsi confusi: scale musicali, intervalli, tonalità e alterazioni possono essere difficili da padroneggiare. In questo articolo, affronteremo in modo chiaro e semplice gli intervalli e ti daremo qualche consiglio che ti aiuterà a velocizzare la memorizzazione.
Prima di approcciare lo studio degli intervalli però, è importante che tu conosca le scale maggiori e minori.
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Cosa sono gli intervalli musicali
Per prima cosa è importante capire esattamente cosa sia un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi. Gli intervalli sono la distanza che c’è tra un suono e l’altro: essi sono formati da toni e semitoni. Il tono è l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi più grande fra gradi congiunti, cioè tra note che si trovano una dopo l’altra (ad esempio, DO, RE). Il tono è formato a sua volta da due semitoni che sono gli intervalli più piccoli tra gradi congiunti (ad esempio, DO DO# e DO# RE). I semitoni possono essere diatonici o cromatici. Si dicono diatonici quando il nome della nota cambia (ad esempio DO REb); vengono detti cromatici quando il nome della nota resta lo stesso (ad esempio DO DO#).
Nonostante possa sembrare che il suono sia lo stesso, in realtà la nomenclatura delle note cambia moltissimo a livello musicale: infatti, DO DO# non è uguale a DO REb. Bisogna sapere che gli intervalli vanno definiti per distanza, ovvero intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di seconda, di terza, di quarta e così via. Per conoscere la distanza tra un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi e l’altro, basta contare seguendo la successione dei suoni. Se l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi è DO MI basta contare le note da DO a MI ovvero DO RE MI: in questo caso, l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi è di terza.
DO DO# e DO REb, invece, saranno rispettivamente un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di unisono e un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di seconda, anche se dal punto di vista uditivo risulteranno uguali.
Toni e semitoni – riconoscere un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi
Successivamente, l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi va definito in base alla tipologia ovvero Maggiore, Minore, Eccedente, Diminuito e Giusto. Come capire quale intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi abbiamo davanti? Secondo l’insegnamento scolastico, si può riconoscere il tipo di intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi contando quanti toni e semitoni sono compresi al suo interno (ad esempio un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di seconda maggiore DO RE è formato da due semitoni). Quindi sapremo che tutti gli intervalli di seconda maggiore sono formati da due semitoni, uno cromatico e uno diatonico. Questo metodo, tuttavia, può risultare difficile e un po’ macchinoso… ma non temere! Ho un piccolo consiglio per aiutarti a riconoscere gli intervalli in modo più facile.
Definire gli intervalli
Abbiamo detto che ogni intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi può essere Maggiore, Minore, Eccedente e Diminuito. Questo vale per tutti gli intervalli tranne gli intervalli di quarta, quinta, ottava e unisono che possono essere solo giusti, eccedenti o diminuiti.
Il mio consiglio è quello di definire gli intervalli prendendo come riferimento la scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi maggiore. Ad esempio, se il nostro intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi è DO MI prendiamo come riferimento la scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi del primo suono dell’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi (ovvero la scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi di DO). Sappiamo che DO MI è un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di terza e sappiamo che è un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi presente nella scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi di DO; l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di terza nella scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi maggiore è sempre maggiore, quindi anche in questo caso l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi è di terza maggiore. Facciamo un altro esempio: se l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi che dobbiamo analizzare è DO MIb, prendiamo sempre come riferimento la scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi della prima nota (ovvero DO) e chiediamoci se l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi DO Mib è presente all’interno della scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi maggiore. La risposta è no, in quanto nella scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi di DO maggiore la terza è sempre maggiore e quindi l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi dovrebbe essere DO MI naturale. A questo punto vediamo di quanti semitoni è più piccolo l’intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi rispetto a quello della scalaLa scala è una successione di suoni per gradi congiunti Leggi maggiore: in questo caso è più piccolo di un semitono, quindi sarà un intervalloL'intervallo è la distanza che c'è tra un suono e l'altro Leggi di terza minore.
Ricorda che gli intervalli minori sono più piccoli di quelli maggiori di un semitono; quelli diminuiti di due; quelli eccedenti sono più grandi di due semitoni. Gli intervalli giusti (come DO SOL) diventano eccedenti alzandoli di un semitono DO SOL# e diminuiti abbassandoli di un semitono DO SOLb.
Esercizi sugli intervalli
Un esercizio molto utile è quello di studiare gli intervalli al pianoforte. Infatti, con il tempo, ricorderai “l’immagine della tastiera” e la memoria visiva di aiuterà a velocizzare i ragionamenti sugli intervalli, rendendo il tutto più fluido e veloce.
Inizia costruendo le triadi maggiori su ogni suono: parti da DO e sovrapponi una terza maggiore MI e una quinta giusta SOL. Poi continua con la triade di RE e ripeti questo esercizio fino a quando ti verrà automatico. Successivamente inizia con le triadi minori: sovrapponi quindi una terza minore MIb e una quinta giusta SOL e continua in tutte le tonalità.
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